La città affoga nel degrado e il suo ristorante ne fa le spese: il noto chef è stato costretto a chiudere il suo locale a Ostia.
L’Italia vanta località stupende, ma non tutte vengono valorizzare come meritano. E’ il caso di Ostia che, nonostante la vicinanza alla Capitale, è stata lasciata a se stessa. La prova viene dalla scelta del noto chef, costretto a chiudere il suo ristorante per colpa della noncuranza delle istituzioni.
Scelta obbligata: noto chef chiude il suo ristorante a Ostia
Lo chef Simone Curti non ha avuto scelta: il suo ristorante Molo Diciassette a Ostia ha chiuso i battenti. Intervistato da Canaledieci, il 47enne ha spiegato che la sua decisione è dettata soprattutto dal degrado della città. Il lungomare cade a pezzi, non ci sono mai eventi o manifestazioni e la località si è trasformata in un dormitorio. Il suo locale, con appena 36 coperti, registrava il pienone durante i weekend, mentre durante la settimana arrivava ad appena quattro pasti al giorno.
“A prescindere dal fatto che potessi trovarmi in un vicoletto che non era di passaggio, facevo il pieno soltanto il sabato e la domenica, mentre negli altri giorni della settimana tutto si arrestava. Nessun appeal per un’estate romana che su Ostia non è mai stata così triste e desolata. Non voglio credere che sia solo incompetenza, ma non mi sembra che il Comune di Roma faccia tutto il possibile per ridare al Lido la vitalità che merita“, ha dichiarato lo chef.
Cosa farà adesso? Sicuramente non lascerà l’Italia
Adesso che il suo ristorante a Ostia ha chiuso i battenti, lo chef si prenderà un periodo di riposo per valutare il da farsi. Lo hanno contattato dall’Australia, ma non ha alcuna intenzione di lasciare l’Italia, neanche la sua città natale Ostia che lo ha tanto deluso. Molto probabilmente, lavorerà a Roma, piazza dov’è molto richiesto, ma continuerà a battersi affinché la sua cittadina non affondi nel degrado.
“Amo Ostia e il mio intento è di tornare a lavorare sul territorio e cercare di rivitalizzarlo invitando chi di dovere a organizzare eventi che attirino persone e promuovano l’enogastronomia italiana e del Lido. Ci sono sul posto imprenditori che sono attivi da tempo e continuano a lavorare in un luogo in cui si vive in modo ottimale e che, per questo, non merita di essere abbandonato a se stesso“, ha concluso Curti.